03 gennaio 2018

Libro Bocciato --- Jodi Picolut "La custode di mia sorella"

Jodi Picolut
La custode di mia sorella
Pagine 425

Trama
Anna non è malata ma è come se lo fosse. A tredici anni è già stata sottoposta a numerosi interventi chirurgici, trasfusioni e iniezioni in modo che la sorella maggiore Kate possa combattere la leucemia che l’ha colpita in tenera età. Anna è stata concepita con le caratteristiche genetiche che la rendono idonea a essere donatore di midollo per la sorella, ruolo che non ha mai messo discussione ma che ora le diventa, di colpo, insostenibile. Perché nessuno le chiede mai il suo parere? Perché si dà per scontato che lei sia disponibile? Anna prende una decisione per molti impensabile e che sconvolgerà la vita di tutti i suoi cari: fa causa alla sua famiglia.

Ho trovato questo libro nei meandri della libreria, è un libro che non pensavo neanche di avere, volevo leggerlo sapendo che è stato tratto un film da questo libro (e so che nel film hanno cambiato il finale e da una parte forse mi piace di più il finale del film che del libro), questo è uno di quei casi in cui mi è piaciuto di più il film tratta dal libro e non il contrario. Del libro mi sono piaciute alcune cose la storia e il fatto che è scorrevole, ma per il resto no. Quando la malattia varca la soglia di quel luogo che da sempre ha costituito il tuo rifugio, la tua casa puoi dire addio ad ogni tua difesa. Questo è ciò che accade nella famiglia di Anna: sua sorella maggiore Kate ha una particolare forma di leucemia, una patologia che oltre ad essere estremamente rara è anche enormemente aggressiva. E qui inizia il dramma. Il problema che l’autrice ci pone è quello della emancipazione medica di Anna che, a soli tredici anni, non ce la fa più, non se la sente più di essere donatrice per sua sorella. Il problema che l’autrice pone nel libro non è facile, ma per quello che penso io mi schiero dalla sua parte. Anna inizia a salvare sua sorella, ma anche la sua migliore amica fin dalla sua nascita fino a che all’età di 13 anni, fino a quando non gli viene chiesto un rene! Per dar voce alla sua pretesa, Anna non ha altra scelta che rivolgersi ad un legale e portare la sua causa in Tribunale affinché un giudice terzo ed imparziale udite le sue parole ed il suo vissuto possa decidere quello che è il meglio per tutti loro. Arrivati ad un certo punto non si tratta più solo e soltanto del diritto della giovane di disporre del suo corpo, ma si toccano temi di eticità e moralità indiscussa quale il diritto alla vita, vivere in modo dignitoso, lasciare andare anche quando non vorremmo. 

Che dire, stilisticamente il componimento è fluente (e per fortuna altrimenti sarebbe stato un mattone, anche perché la versione che ho trovato è stampato con una scrittura piccina!), ma la cosa che mi ha dato fastidio e che è scritto in prima persona,(ad alcuni può piacere, ma a me non piace) e in ogni capitolo vede l’alternarsi della voce narrante, (da Anna, dal padre, dalla madre, e del fratello, l’avvocato e del tutore nominato dal tribunale che dovrà aiutare Anna) e se non viene scritto a inizio capitolo il nome della persona /voce narrante non si capisce un tubo! Non mi fanno impazzire i libri scritti in questo modo.
Chi leggerà si ritroverà diviso su quale fazione stare, fino all'ultimo. Non trovo sbagliata la decisione di Anna, che si ritrova confusa, e scopriamo che dentro di lei esiste un vero e proprio conflitto, su quello che deve fare per salvare sua sorella e sulla libertà di decidere cosa fare del suo corpo, ma questo comporterebbe anche la morte di sua sorella. Trovo sbagliata la decisione dei genitori che pensano più a una figlia che all’altra, non si curano di Anna danno semplicemente per scontato che lei farà quello che è giusto per Kate, cioè salvare sua sorella e fregarsene del suo corpo, e nel libro si capisce benissimo durante la storia, che Anna è stata concepita dai genitori solamente per salvare l’altra figlia! I genitori non gli chiedono come si sente, quello che prova, la trattano semplicemente come una bambina in una bolla, che deve rimanere perfetta per sua sorella Kate, ma loro non si curano neanche dell'altro figlio maggiore, Jesse che fa di tutto per attirare l’attenzione, ma invano, e non gli dai tutte le colpe. I genitori mi sono stati antipatici fin da subito, per loro esiste una sola figlia, Kate. La madre pensa solamente a Kate, il padre si mette dalla parte della figlia Anna, perché inizia a capire quello che prova la figlia, a voler vivere una vita sua, senza essere una bambola che vive in una bolla, vuole vivere la semplice vita come tutte le ragazzine della sua età, ma il padre purtroppo è succube della moglie, appena parla la moglie, lui non conta più nulla. I personaggi forse secondari, sono Julia, il tutore nominato dal tribunale, e Campbell l’avvocato chiamato da Anna per farsi rappresentare in tribunale, per difendere i suoi diritti di emancipazione medica. Tra i due esiste un affetto da sempre. Judge, il fedele pastore tedesco del legale, tutti e tre contribuiscono a stemperare un po’ il clima che si crea nel romanzoL'avvocato l'ho adorato, non so mi è subito piaciuto, così come Julia e per non parlare del cane, più di una volta mi ha fatto scappare un sorriso. Il finale, è come una batosta...fin troppo improvviso. E' stato davvero un colpo di scena, detto sinceramente non mi è piaciuto per niente. 

Ha 428…decisamente troppo, poteva essere con qualche pagina di meno!  
Mi aspettavo di meglio.
Non è un libro che consiglio! 

P.s. Io ho visto il film tratto dal libro......rare volte, trovo film tratti dai libri che mi piacciono di più, con il film tratto da questo libro mi è successo. Il film mi è piaciuto di più. Nel film hanno cambiato il finale però.

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