11 marzo 2014

Libro Promosso – Memorie di una Geisha di Arthur Golden


Memorie di una geisha (Memoirs of a Geisha) è un romanzo dello scrittore statunitense Arthur Golden, pubblicato nel 1997, che narra la storia di una geisha che lavora a Kyoto prima della seconda guerra mondiale. Nel 2005 è usciti il film chiamato, Memorie di una geisha.

Trama

La piccola Chiyo è una bambina cresciuta in una famiglia di pescatori in un piccolo villaggio chiamato Yoroido. Per poter avere il denaro necessario che serviva a dare una degna sepoltura alla moglie, il padre della protagonista la vende, assieme alla sorella più grande, ad una casa di geishe a Kyoto. L’intermediario tra il padre e l’okiya è un certo Tanaka, proprietario della compagnia ittica per la quale lavora il padre. Giunte a destinazione però vengono separate e la sorella maggiore Satsu viene venduta ad un bordello. Dall’ingresso nell’okiya entrano in scena altri personaggi del romanzo: la Madre (la proprietaria dell’okiya e geisha in pensione), Zietta (la “sorella minore” della Madre e geisha fallita), la Nonna (la geisha che ha adottato molto tempo prima le due precedenti donne), Hatsumomo (l’unica geisha della casa), Zucca (una bambina quasi coetanea di Chiyo venduta all’okiya) e le domestiche. 
Durante questi primi mesi Chiyo e Zucca diventano molto amiche, ma la loro amicizia è ostacolata da Hatsumomo. Chiyo comincia le lezioni per diventare geisha anche se il suo unico desiderio è quello di ricongiungersi con la sorella e tornare a casa. Dopo molto tempo riesce a mettersi in contatto con Satsu e decidono di scappare insieme, ma la protagonista non si presenterà all’appuntamento prefissato perché, cercando di scappare dal tetto, cadrà a terra rompendosi un braccio. A questo punto la Madre decide di non investire più soldi nell’educazione della ragazza a causa del suo tentativo di fuggire e la fa lavorare come domestica, non più come geisha. Un giorno il signor Tanaka le scrive una lettera, informandola che entrambi i suoi genitori sono morti. Chiyo decide allora che non le rimane altra scelta se non quella di cercare in tutti i modi di diventare una geisha. L’incontro con il Presidente cambierà il suo destino. Chiyo viene contattata dalla geisha più famosa di Gion, Mameha, disprezzata da Hatsumomo sia perché è la sua rivale in fascino e notorietà, sia perché questa si è guadagnata la sua indipendenza come geisha grazie ad un danna (il protettore) molto ricco. Mameha adotta Chiyo come sorella minore, facendola diventare un’apprendista (maiko) e la prepara per diventare una brava geisha. L’entrata della protagonista nell’apprendistato è segnata dal cambio del nome. D’ora in poi si chiamerà Sayuri. Inizialmente la sua carriera procede molto a rilento a causa di Hatsumomo che cerca in tutti i modi di ostacolare il suo successo, ma la Madre decide di adottarla e pone così fine alle persecuzioni di Hatsumomo.Lo scoppio della seconda guerra mondiale rappresenta un’altra sfida di rilievo per l’eroina. Viene salvata dalla vita in fabbrica grazie a Nobu che la fa andare da un suo amico e creatore di kimono. Dopo tanti anni di lavoro la sua bellezza fisica viene appannata dal lavoro manuale e dalla mancanza di cibo. La vita di sfarzi ed eleganze è rimpiazzata da una nuova realtà: la sua personale valle oscura. ....

Controversia

Dopo che il romanzo fu pubblicato, Arthur Golden fu denunciato dalla geisha Mineko Iwasaki con la quale lavorava, per diffamazione e violazione di contratto. Secondo la querelante, l’accordo prevedeva che Golden avrebbe dovuto mantenere l’anonimato totale su Mineko Iwasaki. Oltretutto, Iwasaki afferma che il romanzo di Golden ritraeva le geishe come prostitute d’élite. Ad esempio, nel romanzo la verginità di Sayuri viene venduta al miglior offerente, un concetto che ha particolarmente offeso Iwasaki. Lei affermò che non solo questo non le era mai successo, ma che non esisteva assolutamente una tale pratica a Gion. Dopo che il suo nome fu stampato sul libro, Iwasaki ha ricevuto numerose minacce di morte e richieste di censura per aver disonorato la sua professione. Nel 2003, la Iwasaki e la casa editrice di Golden sono giunti ad un accordo extragiudiziale per una somma di denaro il cui ammontare non è stato reso pubblico.

« Una storia come la mia non andrebbe mai raccontata, perché il mio mondo è tanto proibito quanto fragile, senza i suoi misteri non può sopravvivere. Di certo non ero nata per una vita da geisha, come molte cose nella mia strana vita, ci fui trasportata dalla corrente. La prima volta che seppi che mia madre stava male, fu quando mio padre ributtò in mare i pesci, quella sera soffrimmo la fame, “per capire il vuoto”, Lui ci disse. Mia madre diceva sempre che mia sorella Satsu era come il legno, radicata al terreno come un albero sakura. Ma a me diceva che ero come l’acqua, l’acqua si scava la strada attraverso la pietra, e quando è intrappolata, l’acqua si crea un nuovo varco. »
(La geisha Sayuri Nitta, parlando di Chiyo Sakamoto, lei stessa da bambina)

Questo libro è come se avesse un’aura magnetica intorno a se, mi ha rapito. Comprato un po’ per curiosità, mi ha lasciato decisamente senza fiato. Non mi ero mai interessata alla cultura orientale, ma questo libro mi ha aperto un nuovo mondo e mi ha fatto apprezzare la tradizione giapponese. Scritto benissimo, con descrizioni dettagliate e spunti riflessivi molto profondi e delicati. Bello, delicato, piacevole, coinvolgente. Ho visto anche il film, veramente bello. Il libro però è mozzafiato. Un viaggio nei meandri di una cultura sconosciuta, all’interno di un animo dolce, acerbo e ingenuo di una giovane protagonista. 
Un libro che apre le porte di un mondo fatto di luci e ombre, sfumature e colori. Prima di intraprendere questa lettura conoscevo davvero ben poco del grande mondo delle geishe. Un mondo fatto di sacrifici, regole opprimenti, addestramenti intensi. Un mondo fatto di maschere di trucco e di pregiata seta. Chiyo è una bella ragazza con una particolarità, ha degli occhi davvero strabilianti per un’orientale, di un grigio-azzurro che ricorda l’acqua. 
Una storia triste, fatta di molte perdite ed inganni. Mi ha lasciata senza parole. La piccola protagonista e la sorella sono state vendute e “buttate” in un altro mondo, le regole severe, gli insegnamenti per diventare geishe. Un mondo fatto di donne piene di fascino, che sanno muoversi leggiadre come foglie cullate dal vento. Sono immensamente felice di averlo scoperto e vissuto dentro e soprattutto di poterlo consigliare senza ombra di dubbio. Purtroppo soffermandomi a guardare l’universo dipinto da Golden, da in effetti l’impressione che le Geisha non vedano l’ora di vendere la loro verginità al miglior offerente a cuor leggero. E’ un peccato che Golden banalizzi e una geisha al pari di una prostituta. Devo dire che questa cosa, la pensano molte persone, che pensano che chi dice geisha dice prostituta, e credo che prima di farsi questa idea fantasiosa si debba studiare un po’ meglio la storia giapponese e le culture che ne costituiscono. Un romanzo che a mio avviso sminuisce e offende una cultura centenaria che ormai si sta perdendo per sempre. Un vero peccato. Lo scrittore però, lo fa con un storia che appassiona e coinvolge. Forse un titolo come “Geisha per amore” sarebbe stato più appropriato…Una volta terminata la lettura, ho sentito nostalgia dei luoghi e dei personaggi, del piccolo universo evocato da Golden. Pochi libri sono riusciti a farmi questo effetto. 
Lo consiglio, perché è un testo che attrae e non annoia, in più può porre le basi per stimolare un approfondimento futuro sull’argomento. Se qualcuno mi domandasse se, si può sognare il Giappone attraverso un libro, gli risponderei di si. Devo dire che dopo aver letto questo libro, avevo una grande voglia di andare a vedere il Giappone.


« Non si può dire al sole: più sole! O alla pioggia: meno pioggia! Per un uomo la Geisha può essere solo una moglie a metà, siamo le mogli del crepuscolo. Eppure apprendere la gentilezza dopo tanta poca gentilezza, capire che una bambina con più coraggio di quanto creda, trovi le sue preghiere esaudite, non può chiamarsi felicità? Dopotutto, queste non sono le memorie di una imperatrice, né di una regina… sono memorie di un altro tipo. »
(La geisha Sayuri Nitta, alla fine del film)

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